Parte 2
 
 Non posso creare la bramosia in voi
 
  

D: Non so se quello che mi è successo un giorno apparteneva alla sfera di queste esperienze, non mi interessa. Ma ero realmente spaventato dalla morte e non riuscivo più a respirare. Come sentii questa sensazione in me credetti  di morire.
 
U.G.: Questa tua paura ha prevenuto la possibilità che il tuo corpo passasse attraverso il processo della morte fisica. Il corpo deve passare attraverso questo processo perché ogni pensiero, ogni esperienza,  ogni sentimento che sono parte del tuo essere devono andarsene.

Non puoi tornare ad essere te stesso finché la totalità delle esperienze umane non è completamente espulsa, se posso usare questa parola, dal tuo sistema. Non è qualcosa che tu puoi fare, o fare succedere, con uno sforzo volitivo. Quando è il momento succede, anche se tu non l'hai voluta.
Tu non cercherai mai la fine di te stesso come ti conosci e ti sperimenti. Qualche volta succede. La paura che tu muoia, che finisca ciò che tu conosci e sperimenti come te stesso, previene la possibilità che le cose nella loro globalità vengano spazzate via. Se tu fossi stato abbastanza fortunato ciò sarebbe successo, e tutto avrebbe ripreso il suo ritmo naturale che è discontinuo e scollegato.
Vedi, quello è il modo in cui il pensiero funziona. Non c'è continuità del pensiero. Il solo modo con il quale esso può mantenere la sua continuità è attraverso la richiesta di esperienza, esso vuole che le stesse cose si ripetano all'infinito.
Tutto quello che c'è e che forma il tuo io, è la conoscenza di te stesso e del mondo attorno a te. Il mondo attorno a te non è diverso dal mondo che tu hai creato per te stesso all'interno di te. Quello che ti spaventa (non te ma il movimento del pensiero) è che quella continuità termini.
 
D: Quando ero molto piccolo sognai che non potevo respirare. Così penso che questa reazione sia una scusa.
 
U.G.: Vero, ma non è una cosa così semplice, sai, passare attraverso quell'esperienza. Tutte le tue energie, tutto quello che è in te precipita in una sorta di vuoto. C'è uno sforzo tremendo da parte tua per prevenire che la totalità delle cose vengano risucchiate in quel vuoto. È una situazione veramente spaventosa. Così la paura è un meccanismo protettivo.
 
D: Capisco.
 
U.G: La paura fisica è una cosa diversa. È molto semplice. È presente solo per garantire la sopravvivenza dell'organismo. Quella che tu chiami paura psicologica, la paura che tutto ciò che conosci finisca, opera attraverso il pensiero ed attraverso le esperienze che hai costruito sulle fondamenta della paura fisica, (la quale è essenziale per la sopravvivenza).

Il corpo sa che è immortale. Uso deliberatamente la parola immortale perché niente là finirà. Quando quella che tu chiami morte clinica ha luogo, il corpo si dissolve nei suoi elementi costituenti. Quello è tutto ciò che succede. Esso non può ricostruirsi e ricreare lo stesso corpo che reputi tuo, ma quando il corpo si dissolve nei suoi elementi costituenti, esso fornisce le basi per la continuità della vita. Può non essere di nessuna consolazione per l'individuo che sta morendo, ma questo corpo diviene il cibo per milioni e milioni di batteri.
Anche assumendo per un momento che tu scelga la cremazione, come si usa fare in certi paesi, i residui della combustione fornirebbero il nutrimento per microscopici fiori che nascono sulla terra. Così niente verrebbe perso.

Quando c'è un reale pericolo, il pericolo dell'estinzione del vostro corpo fisico (che voi pensate sia vostro), tutte le risorse che il corpo ha si concentrano sul problema ed il corpo prova a sopravvivere a quel momento particolare.
Avete mai fatto caso che quando c'è un reale pericolo fisico il vostro meccanismo di pensiero non è mai presente per aiutarvi? Mai! Voi potete fare progetti per essere preparati ad affrontare ogni situazione nella vostra vita, ma in pratica quando c'è un pericolo reale, tutti i vostri piani e tutto ciò che avete pensato e progettato per affrontare le situazioni pericolose non sono mai presenti. Il corpo deve basarsi sulle sue risorse. Se per qualche motivo non riesce a rinnovarsi e a sopravvivere in una particolare situazione se ne va con grazia ed allegria. Esso sa che niente è perso.

Questo organismo vivente non ha interesse a perdurare negli anni. Funziona di momento in momento. I sensi fisici funzionano allo stesso modo, di momento in momento. Non c'è continuità nel senso della vista, non nel senso dell'udito, non c'è continuità nell'odorato, ne nel gusto, ne nel senso del tatto. Sono tutti scollegati.

Ma il pensiero nel suo interesse a mantenere se stesso, e continuare senza interruzione, vuole queste esperienze continuamente. È il solo modo che ha per auto- mantenersi.
Il corpo funziona in modo completamente differente e non è interessat o nell' attività del pensiero. I soli pensieri che sono necessari per questo corpo sono quelli che servono per la sua sopravvivenza.

Anche se non lo nutrite esso, non è preoccupato. Ha delle riserve di nutrimento che ha costruito nel corso degli anni.  Rallenta i suoi ritmi e vive di quelle risorse, e quando esse sono finite muore. Per qualche giorno voi sentirete i morsi della fame, ed il desiderio di quello che mangiavate usualmente, ma il corpo non è realmente interessato al fatto che voi lo nutriate o no.

Allo stesso tempo è una cosa folle e perversa  non nutrire il corpo, sperando che attraverso queste privazioni si raggiunga qualche obbiettivo spirituale. Questo è ciò che succede in India; alcuni pongono il corpo sotto ogni forma di tensione e di eccesso -- lo torturano -- perché pensano che attraverso queste sopportazioni saranno in grado di raggiungere i loro obbiettivi spirituali.

Non c'è assolutamente nessuno sforzo che possiate fare per fare succedere una cosa del genere. L'"accadere di queste cose" non è nulla di misterioso. Quando succede una cosa del genere il pensiero rientra nel suo ritmo naturale, col suo modo di funzionare discontinuo.

Il pensiero torna in armonia con tutte le attività dei sensi. Non c'è più conflitto, ne lotta, ne pene. Tra i due, il pensiero ed il corpo, rimane solo una relazione armoniosa. Ogni qualvolta c'è necessità del pensiero, esso è lì pronto a funzionare.
 
Le sole azioni che interessano al corpo sono le azioni necessarie per la sopravvivenza.
Il corpo non è interessato alle vostre idee, siano esse spirituali o materiali. Non gli interessano per nulla. C'è sempre una battaglia in corso tra i due: Il corpo ed il pensiero.

Il pensiero non è qualche cosa di misterioso, rappresenta tutto ciò che è stato immesso dentro di noi dalla cultura, la quale a sua volta rappresenta la società. Le due, la cultura e la società ;, non sono diverse. La società, poi è interessata nel mantenimento di se stessa, è interessata allo "satus quo". Sta sempre lottando per mantenere questo "status quo".
Questo spiega perché il pensiero è utile per la società . La società dice: se non agisci in quel modo, se non pensi in quel modo, diventerai una persona antisociale, perché tutte le tue azioni saranno impulsive, e fuori dal controllo del pensiero.
L'unico interesse della società è di canalizzare tutti i vostri pensieri in modo tale da mantenere il suo "status quo". Questo è il conflitto di base che esiste tra l'individuo e la società. La cultura è stata adottata ed accettata come mezzo di sopravvivenza, questo è tutto.

La cultura ha un suo scopo, totalmente alieno alla sopravvivenza di questo corpo. Più a lungo voi userete la cultura, più a lungo voi non diverrete individui. Voi potete diventare individui solo tagliando i ponti con la totalità di quegli insegnamenti di saggezza.

Non esiste una cosa come la vostra mente o la mia mente. Magari esiste una cosa come un "Mondo mentale" dove tutte le conoscenze e le esperienze convivono insieme. Lo stesso accumulo di esperienze che è stato passato a noi di generazione in generazione. Noi dobbiamo usare quella mente per funzionare in questo mondo in modo intelligente e sano. Se noi non la usiamo, come stavo dicendo l'altro giorno, finiremo, in qualche manicomio, cantando canzoni folli o gioiose melodie. Alla società interessa solo costringere ogni individuo nelle sue strutture al fine di mantenere la sua continuità.
 
(A questo punto U.G. sospira e dice quietamente: "Non voglio tenere un  discorso." )

La ragione per cui io enfatizzo l'aspetto fisico di tutta la faccenda, non è con l'idea di vendervi qualche cosa, ma per porre l'accento ed evidenziare che ciò che voi chiamate illuminazione, liberazione, moksha, mutazione, trasformazione, vanno interpretati in termini puramente fisici o fisiologici. Non c'è assolutamente nessun contenuto religioso... .. Non ci sono contenuti religiosi o mistici per il funzionamento del corpo. Ma sfortunatamente per secoli, ci hanno insegnato ad interpretare tutto quanto in termini religiosi e questo ha creato la miseria per tutti noi. Più voi provate ad interpretare le cose in termini religiosi, più aggiungete miseria alle vostre vite.

Non ho interesse a propagare queste idee. Ciò di cui parliamo non è qualche cosa che voi potete fare succedere, e non è possibile per me creare questa specie di bramosia, la quale è essenziale per capire le cose. Ripeto le stesse cose ancora ed ancora, ma la ripetizione in fondo ha un suo fascino.

Voi vi ritenete desiderosi di cose spirituali e pensate che un giorno raggiungerete i vostri obbiettivi. Naturalmente c'è così tanta gente in questo mercato dello spirito -- tutti quei saggi che vendono la loro merce scadente. Non voglio analizzare il perchè lo stiano facendo, la cosa non ci riguarda, ma il fatto è che lo stanno facendo. Loro dicono che è per il benessere del genere umano e che lo fanno per compassione, e tutte le cose ben note. Tutto quello è insignificante. Quello che sto cercando di dire è che voi siete soddisfatti delle briciole che vi largiscono, vi hanno promesso che un giorno vi daranno oltre le briciole anche una montagna di pane, ma questa è solo una promessa. Non possono darvi niente di buono, perché non ce l'hanno.

Quello che sto dicendo è che il desiderio deve bruciare se stesso. Ogni giorno vado ripetendo le stesse cose, usando parole diverse, vedete, vi sottopongo le cose in modo diverso. Questo è tutto ciò che posso fare. Il mio vocabolario è molto limitato; così devo usare le stesse parole per enfatizzare le cose che ripeto, per evidenziare che il desiderio deve bruciare se stesso.

Non serve nutrirvi con tutto il cibo del mondo, Non serve aspettare che succeda qualche cosa che soddisfi il vostro desiderio. Non serve saziare quella fame; il desiderio se ne deve andare, letteralmente deve bruciare se stesso. Anche i desideri fisici devono bruciare se stessi, così che la morte fisica possa avere luogo.
 
C'è una cosa che io enfatizzo tutto il tempo: non è a causa di ciò che fate o non fate che accadono questo tipo di cose (ciò che è successo a U.G.), e non esiste neppure risposta al perché accadano ad un individuo piuttosto che a un altro. Ne, vi assicuro, esiste qualche tipo di purificazione o di preparazione che vi rendano pronti a riceverle. È qualcosa d'altro. Accadono e basta. E quell'accadere è casuale.
Questo è il modo di operare della natura. È come un lampo che vi colpisce da qualche parte. Alla natura non interessa se sta colpendo un albero nella sua fioritura o se quest'albero ha frutti e sta aiutando la gente con la sua ombra. E' esattamente così, queste cose accadono, e quell'accadere è senza causa.

Ci sono così tante cose in natura che non possiamo attribuire ad una causa specifica. Il vostro interesse nel studiare la vita o la biografia di alcuni di questi personaggi che voi pensate siano degli "illuminati" o "divinità" o altro, è dettato dal desiderio di trovare la spiegazione del perché "questa cosa" è successa a loro, così che anche voi, possiate, ripetendo le tecniche che loro hanno usato, fare in modo che la stessa cosa succeda anche a voi. Questo è il vostro interesse. Ma questi personaggi vi stanno dando tecniche, sistemi, e metodi che non hanno nessun effetto. Essi creano la speranza che in qualche modo, attraverso un miracolo, un giorno quella cosa succederà anche a voi. Ma ciò non succederà.

Ho espresso il mio punto di vista, e lo ripeterò ancora magari esprimendo le cose da angolazioni diverse, a secondo delle domande che mi fate.
 
Ma come dicevo ieri, tutte le domande sono esattamente le stesse. Esse sorgono dalle risposte che sono già in voi, quindi, le risposte date dagli altri non sono realmente le risposte. Io non vi sto dando risposte. Se fossi così stupido da darvi risposte voi dovreste capire che sono queste risposte stesse che distruggono la possibilità che le domande scompaiano. Dovete credermi -- Non mi importa se lo fate o no --  ma io non ho mai e poi mai questo tipo di domande.

Non ho mai domande di nessun tipo, eccetto le domande di utilità pratiche che devo rivolgere alla gente come: "Dov'è possibile affittare una macchina?" "Qual'è la via più veloce per andare a Bruxelles? "Quale quella per Roterdam -- questa o quella strada?" Questo è tutto. Per domande di questo tipo c'è sempre qualcuno che può aiutarvi. Ma per le altre domande (quelle di ordine spirituale) non ci sono risposte.

Quando albeggia in voi la comprensione che tali domande non possono avere risposte reali, e che sono sorte dalle risposte che avete già in voi, avviene una totale e completa distruzione delle domande. Ma questo è un qualche cosa che non potete fare succedere. Non è  nelle vostre mani.

Così ora pensate che la situazione è senza speranza. La speranza è qui, dentro di voi, non là fuori da qualche parte. Voi aspettate che succeda qualche cosa domani. Domani nulla succederà.

Se deve succedere qualche cosa deve succedere ora. La possibilità che accada ora è praticamente quasi nulla, perché lo strumento che state usando è il "passato". A meno che il passato finisca, non ci può essere nessun presente. E questo "momento presente" è qualche cosa che non può essere catturato da voi, non può essere sperimentato da voi.
Anche assumendo per un momento che il passato finisca, voi non avete modo di rendervi conto che esso è finito. Quindi non c'è nessun futuro per voi.
Magari domani qualcuno di voi diventerà capo della società dove lavora, un insegnante può diventare preside, un professore può diventare decano -- queste sono possibilità reali, ma ci vuole parecchio sforzo, e molto tempo. Voi state usando le stesse tecniche che usate in campo materiale, per realizzare ciò che vi interessa in ambito spirituale, e nello stesso tempo proiettate questi obbiettivi nel futuro.
Il pensiero ha prodotto tremendi risultati in questo mondo. Così voi vi chiedete come  può quello strumento non essere adatto per raggiungere i vostri obbiettivi spirituali? Avete provato, avete fatto tutto il possibile -- compresi coloro tra voi che bruciano dalla bramosia di  trovare quella cosa -- ma è impossibile.

In India praticamente tutti ci provano -- non ci crederete -- ma nessuno è abbastanza fortunato. Se una tale cosa accade, accade a coloro che hanno abbandonato completamente e totalmente tutte le loro ricerche. È un prerequisito assoluto affinchè questo tipo di cose accadano. Il movimento deve rallentare e finire. Ma, purtroppo, tutto ciò che fate per fermarlo, lo rafforza. Questo è realmente il punto cruciale del problema.

Ciò che vi interessa non esiste. È tutto nella vostra immaginazione, che, a sua volta, scaturisce dalla conoscenza che voi avete di tutte queste cose. Così non c'è niente che possiate fare in proposito. State perseguendo una cosa inesistente.
Voi andate avanti sperando che in qualche modo troverete il sistema di raggiungere i vostri obbiettivi. Ed attraverso quel conseguimento sperate poi di risolvere i vostri problemi quotidiani, ma è una idea vecchia, e ciò non vi sarà di aiuto.

Voi pensate: "Se avessi l'illuminazione sarei in grado di risolvere i miei problemi". Non potete avere entrambe le cose: l'illuminazione e la soluzione dei vostri problemi. Quando succede la così detta illuminazi one, essa spazza via ogni cosa. Voi volete tutti i beni della terra ed in più anche il paradiso. Non avete speranze.
Non è qualche cosa che  potete fare accadere attraverso uno sforzo, e non può succedere attraverso la grazia di nessuno, neppure se voi trovaste un Dio che cammina sulla faccia della terra, e che dica di essere disceso (da qualsivoglia cielo) per la vostra salvezza e per la salvezza del genere umano. Nessuno vi può aiutare. Aiutarvi a raggiungere che cosa? Questa è la domanda, vedete.

Se i vostri obbiettivi permangono, quelle persone e le loro promesse, le loro tecniche, eserciteranno molta attrazione su di voi. Le due cose vanno assieme. Non c'è niente che dovete fare. Ed in ogni caso voi state già facendo un mucchio di cose. Potete rimanere senza fare nulla? No! Non potete.
Sfortunatamente voi state sempre facendo qualche cosa, e quel "fare" deve finire. Per porre fine al vostro "fare" voi fate qualcosa d'altro. Questa è realmente il cuore del problema. Questa è la situazione nella quale vi trovate. È tutto ciò che posso dire. Sottolineare l'assurdità di quello che state facendo.

Come dicevo ieri ciò che vi ha condotto qui, vi porterà sicuramente da qualche altra parte. Qui non c'è niente da prendere e voi non otterrete nulla. Non che io voglia tenere le cose per me, voi potete prendere tutto ciò che volete. Ma io non ho niente da darvi. Non sono diverso da ciò che anche voi siete. Voi pensate che io sia differente. Ma quel pensiero non entrerà mai nella mia testa. Mai!
Se mi pongono delle domande la mia reazione è di chiedermi: "Perché mi pongono queste domande? Come posso fare in modo che capiscano? "
Ho ancora qualche traccia di illusione: "Magari posso provare", ma anche quel tentativo è insignificante per me.

Non c'è niente da ottenere; niente da dare e niente da ottenere. Questa è la situazione. In ambito materiale certo, noi abbiamo un mucchio di cose. C'è sempre qualcuno che può aiutarvi con le sue conoscenze, con i suoi soldi, con così tante cose. Ma qui in questo campo non c'è niente, niente da dare, e niente da prendere.
Più a lungo volete qualche cosa e più potete essere certi che non avrete nessuna possibilità di ottenerla. Vedete, il fatto stesso di volere, implica che il vostro pensiero entri in azione per raggiungere gli obbiettivi che vi siete preposti. Non vi serve raggiungerli! Quello che vi serve è che il movimento del pensiero finisca. Ma voi potete solo usare questo movimento per raggiungere i vostri obbiettivi. Come farete ad ottenere questa cosa impossibile?

Volere e pensare vanno sempre insieme. Non vi sto suggerendo di sopprimere i vostri desideri, o liberarvi da essi, o controllarli. Assolutamente no. Quello è il gioco delle religioni. Se volete qualche cosa, la sola cosa che potete fare, sarà mettere in  movimento il pensiero per raggiungere la vostra meta.

In campo materiale va bene, anche se non è così facile. Il mondo oggi è così competitivo. Non ci è lasciato molto da condividere. Non c'è abbastanza intorno a noi.
Ma parlare di condividere qualche cosa in questo ambito per me  non ha senso. Non c'è nulla da condividere in questo campo, questa non è un'esperienza. Anche assumendo per un momento che questa sia un'esperienza, sarebbe comunque difficile condividerla con qualcun'altro, a meno che l'altro abbia qualche punto di riferimento nella sue precedenti esperienze.
Quindi tutta la  faccenda è una sorta di rituale senza senso -- sedere e discutere di queste cose. D'altro canto non è facile per voi lasciare queste cose. Assolutamente difficile.
 
D: Quando mi successe non sapevo nulla di queste cose.
 
U.G.:  Sono cose che succedono e basta.
 
D: Ma io ero semplicemente seduto sul pavimento e sono successe.  ; Mi ero spaventato, pensavo di morire.
 
U.G.: È normale. Ora vuoi che si ripetano ancora. No? Grazie a Dio. La vostra ricerca spirituale finisce in quel modo. Non c'è altro modo. Non sto provando a spaventarvi, ma come vi aspettate che succeda? È la stessa cosa di coloro che prendono le droghe allucinogene e sperimentano ogni tipo di cose.
Coloro che non sanno niente di queste cose, certamente fanno un mucchio di esperienze e ciò li fa sentire come in un allegro girotondo. L'India ha innumerevoli tecniche, sistemi e metodi per procurarvi tutte le esperienze che desiderate. Questo è il motivo per cui riescono a fare queste tremende speculazioni.

D: Ma non capii come successe se fu con la meditazione, o con altro, perché era qualche cosa di diverso.
 
U.G.: Successe -- Queste esperienze straordinarie a volte succedono. La gente le sperimenta senza sapere, senza andare alla ricerca, senza fare niente in proposito. Questa è stata un'esperienza spaventosa per te. Ma tu vuoi fare si che queste esperienze spirituali ti succedano ancora ed ancora. Tutto ciò che fai succedere da te stesso non ha senso. E poi ne vorrai sempre di più. E quando riuscirai ad averne di più , allora comincerai a desiderare che diventino permanenti. Felicità permanente, beatitudine permanente. Ma la permanenza non  esiste per nulla.

D:  Stai dicendo che noi "siamo quello che siamo"?
 
U.G.: Tu non vuoi accettare questo fatto, ma vuoi conoscere ciò che sei. Questo è il problema. Non hai nessun modo di saperlo. Non puoi conoscere ciò che sei. La tua conoscenza è sempre legata a quello che vuoi essere.
Quello che vedete qui è esattamente l'opposto di ciò che vi piacerebbe essere, che vorreste essere, e che dovreste essere. Cosa vedete qui? Volete essere felici, così diventate infelici. Voler essere felici crea l'infelicità. Quello che vedete qui è l'opposto del vostro obbiettivo di voler essere sempre felici. Volere un piacere permanente crea il dolore qui.
Volere e pensare vanno sempre assieme, non sono separati. Ogni vostro desiderio crea il dolore qui, perché voi cominciate a pensare. Desiderate e pensate. Se voi non desideraste più niente, il pensiero cesserebbe. Ciò non significa che il pensiero non ci sarebbe più in assoluto.
 
Non importa se state cercando di raggiungere obbiettivi spirituali o materiali. Non sto dicendo niente contro i desideri. Che voi abbiate successo o no nel raggiungere i vostri scopi dipende dal pensiero.

Realmente è il pensiero che crea i vostri problemi; ed il mio suggerimento è che i problemi non possono essere risolti sul piano etico o psicologico. L'uomo ci ha provato per secoli ma ha sempre fallito. La speranza che un giorno con gli stessi sforzi raggiungerà ciò che sta perseguendo, è ciò che lo fa andare avanti.

Ma il corpo, come stavo dicendo, ha un suo modo di risolvere questi problemi perché, vedete, esso non può accoglierli in se. La sensibilità degli organi di percezione è distrutta da tutto ciò che state facendo per cercare la vostra libertà. State distruggendo la sensibilità del vostro sistema nervoso.

Il sistema nervoso deve essere bene all'erta per la sopravvivenza di questo organismo fisico. Deve essere estremamente sensibile. I vostri sensi devono essere estremamente ricettivi. Invece di lasciarli in pace in modo da permettergli di usufruire di tutta la loro sensibilità, voi avete inventato quella che è chiamata la sensibilità della vostra persona, la sensibilità della vostra mente, la sensibilità che dite di avere verso ogni cosa viva attorno a voi, la sensibilità delle percezioni riguardo a tutto ciò che vi circonda. E questo ha creato un problema neurologico.

Tutti i problemi sono neurologici. Non psicologici e non etici. Questi sono i problemi della società.

La società è interessata allo "status quo", essa non vuole cambiare. Il solo modo che ha per mantenere lo stato delle cose o la sua continuità è attraverso il tentativo di rinchiuderci tutti nella sua struttura. Mentre ogni individuo è unico. In senso fisico è unico.

La natura crea continuamente cose uniche. Essa non è interessata all'uomo perfetto; non è interessata  all'uomo religioso.

Abbiamo posto davanti a noi l'ideale dell'uomo perfetto, un uomo veramente religioso. Ogni cosa che fate per raggiungere quella perfezione distrugge la sensibilità di questo corpo. Genera violenza nel corpo, il quale non è interessato a queste cose.

Qualunque sia la cosa che i nostri antenati anno sperimentato -- consapevolez za di se coscienza di se -- con essa hanno piantato i semi della totale distruzione dell'uomo. Tutte le religioni sono sorte dalla divisione nella coscienza nell'uomo. Tutti gli insegnamenti di questi maestri, distruggeranno inevitabilme nte la razza umana. Non c'è scopo nel fare rivivere tutte queste cose e dare il via ad  un nuovo movimento. Sono cose morte, finite.
 
Tutto ciò che è nato dalla divisione nella nostra coscienza, è distruttivo, è violento. È così perché il suo fine non è di proteggere questo organismo vivente, non la vita, ma solo la continuità del pensiero, in modo che possa mantenere lo "status quo" della cultura o della società o comunque vogliate chiamarla. I problemi sono neurologici. Se voi date una possibilità al corpo, esso gestirà tutti questi problemi. Ma se provate a trattarli a livello psicologico o etico, non avrete successo.
 
D: Cosa intendi con "Dare una possibilità al corpo?"
 
U.G:  La rabbia è qui! Dove si trova la rabbia? Voi la sentite nel vostro stomaco. Se voi picchiate vostro marito o vostra moglie o i vostri vicini, o colpite un cuscino, non risolverete il problema. La rabbia è già stata assorbita. Voi state solo arricchendo tutti quei terapeuti che stanno facendo soldi con queste cose. Picchiare vostra moglie, vostro marito, o chiunque volete, è tutto ciò che potete fare, niente altro.
In ogni caso è il corpo che la gestisce e la assorbe. Essa è qui. È qualche cosa di reale per lui. Esso non la vuole, perché stà distruggendo la sensibilità del sistema nervoso. Il corpo assorbe tutto quanto, e voi non dovete fare nulla.

Ogni energia nata dal pensiero è distruttiva per il corpo. Quell'energ ia non può essere separata dalla vita qui. Esse (l'enerigia e la vita) sono un movimento unico. Tutte le energie di cui fate esperienza e che sono originate dal giocare con queste cose, non hanno nessuna relazione con il liscio funzionamento di questo organismo vivente. Stanno solo disturbando il funzionamento armonioso del corpo, il quale è una cosa veramente piena di pace.

La pace che c'è, non è l'inane silenzio morto che voi sperimentate. È piuttosto come un vulcano che erutta tutto il tempo. Questo è il silenzio, questa è la pace. Il sangue scorre nelle vostre vene come un fiume. Se provaste ad amplificare il suono del flusso del vostro sangue, rimarreste sorpresi, -- è come il boato dell'oceano. Se vi chiudeste in una stanza a prova di suono, non sopravvivreste per cinque minuti. Diventereste pazzi, perché non potreste sopportare il rumore che c'è lì in voi.
Il suono del battito del vostro cuore è qualche cosa che voi non potete afferrare. Amate concentrarvi sui suoni e create qualche strana esperienza che chiamate "esperienza di una mente silenziosa", il che è una cosa ridicola. Assurda. Il silenzio che c'è là è un ruggito, il boato di un oceano. Come lo scorrere del sangue nelle vene.

Al corpo non interessano i vostri stati mentali o le esperienze della mente silenziosa. Non è interessato nella vostra pratica della virt&ugrav e;, ne nella pratica del silenzio. Il corpo non ha interesse nei vostri dilemmi morali, o comunque vogliate chiamarli.Non gli importa delle vostre virtù o dei vostri vizi.

Più praticherete la virtù e più rimarrete viziosi. Le due cose vanno insieme. Se sarete abbastanza fortunati da liberarvi da questa ricerca della virtù, assieme ad essa verrà estromesso dal vostro sistema anche il vizio. Non sarete più viziosi.
Voi rimarrete violenti fintanto che perseguirete un ideale di non violenza, fintanto che vorrete essere persone dolci e gentili. Un uomo gentile, un uomo che pratica la virtù è realmente una minaccia. Non i così detti violenti.

U.G: In qualche punto dell'esistenza la cultura ha preso questa via sbagliata, ponendo davanti all'uomo l'ideale dell'uomo perfetto, l'uomo veramente religioso. Le esperienze religiose sono uscite da questa divisione nella coscienza umana.

Fortunatamente gli animali non hanno questa divisione nella loro coscienza, eccetto, la divisione che è essenziale per la loro sopravvivenza. L'uomo è peggiore degli animali. Non aveva dubbi che avrebbe raggiunto la luna, e probabilmente vorrà conquistare tutti i pianeti, ma questa conquista non è di nessun interesse per questo corpo.
Le conquiste dell'uomo si muovono nella direzione di una distruzione progressiva e totale di ogni cosa, perché tutto quanto è nato dal pensiero, è distruttivo. Non è distruttivo solo per il corpo, ma si muove nella direzione di  distruggere tutto quanto è stato costruito fino ad oggi.
 
D: Un uomo affamato può diventare pericoloso.
 
U.G.: Il tuo corpo non è interessato alla fame per più di un giorno. Se non nutri il corpo, resterai sorpreso. Magari per qualche giorno sentirai il morso della fame.
 
D: Se uno smette di mangiare, morirà.

U.G.: Ed allora? Il corpo non muore. Esso cambia la sua forma, si dissolve nei suoi elementi costituenti. Ciò non gli interessa. Per il corpo non c'è morte. Per il pensiero esiste la morte, perché ; esso non accetta l'idea che possa finire. E siccome ha paura di fronteggiare questa situazione, ha creato la vita dopo la morte o la vita successiva. Ma questo corpo nella sua vera essenza è immortale perché è parte della vita.
 
D: Anche quando il corpo è sottoterra e si sta disintegrando?

U.G.: Ed allora? Ci sono così tante altre forme di vita che sopravvivono grazie a quel corpo. Non vi sarà di grande consolazione, ma tutti i germi faranno un banchetto sul vostro corpo, una festa, una grande festa. Se abbandonate il vostro corpo sul ciglio di una strada sarete sorpresi. Tutti i germi indiranno un giorno di festa. Renderete un grande servizio. Non per la specie umana, naturalmente, ma per diverse specie di micro organismi.
 
D: È sconsigliabile essere vegetariani ?
 
U.G.:  Ah bene. (U.G. emette un sospiro stanco).

D:  Qui andiamo avanti.

U.G.:  Vegetariani a che scopo? Per motivi spirituali? Una forma di vita si nutre di un'altra forma. Questo è un fatto, che ti piaccia o no.
Vegetariano per motivi di salute, magari uno potrebbe anche. Non so. Non vedo nessuna ragione adeguata del perché uno dovrebbe diventare vegetariano. Il vostro corpo non sarà più puro del corpo di uno che mangia carne. Andate in India, osservate coloro che hanno praticato il vegetarianismo, non sono gentili, non sono in pace. Non ha niente a che vedere con la  spiritualità. -- Quello che ingerite non è il problema.
 
D: Cosa dici dell'aggressività che caratterizza chi mangia carne?

U.G.: I vegetariani sono più aggressivi di coloro che mangiano carne. Sarete sorpresi. Leggete la storia dell'India - È piena di delitti, massacri, e spargimenti di sangue -- tutto in nome delle religione.

Il Buddismo è stata una religione pacifica in alcune zone, ma si è espressa come la religione più violenta in Giappone. C'erano le armi nascoste nei templi ed erano distribuite per combattere. Questa è storia, non una mia opinione personale.

Questo è ciò che io enfatizzo, cioè che i maestri ed i loro insegnamenti sono responsabili per questa brutta situazione nel mondo. Tutti questi messia non hanno creato altro che pasticci. (Qui U.G. gioca sulle parole inglesi - Messiah = messia - e - mess = pasticcio). E i politici sono gli eredi di quella cultura. Non serve biasimarli e chiamarli corrotti. Loro, i maestri spirituali erano corrotti.
Quelli che parlarono d'amore erano corrotti, perché quegli insegnamen ti hanno creato una divisione nella coscienza. Non esonerate quei maestri. I loro insegnamenti non hanno portato altro che disordine in questo mondo, e questo in prospettiva distruggerà  non solo l'uomo, ma tutte le specie viventi di questo pianeta. Tutto è uscito da quell'ideale di amore.

Non sono gli scienziati o i politici che sono responsabili. Loro hanno il potere di distruggere nelle loro mani, e lo useranno. Ci sono abbastanza lunatici al mondo che potrebbero premere i fatidici bottoni collegati ai missili atomici. Ma dove si è originata questa violenza?

La religione non salverà l'uomo, ne l'ateismo, ne il comunismo, nessuno di questi sistemi. Voi non potete metterli su di un piedestallo e poi dire che non sono responsabili. Non solo gli insegnamenti, ma anche gli insegnanti stessi hanno seminato il germe di questa  violenza che abbiamo oggi nel mondo. Gli uomini che insegnarono l'amore sono responsabile , perché l'amore e l'odio vanno assieme. Come potete esonerarli. Non biasimate i seguaci, loro sono stati originati dagli insegnamenti. Questa è storia, non una mia opinione personale. Conoscete la storia dell'Europa . L'inquisizione. "Nel nome di Gesù" Perché volete ridare vita a quelle religioni? a che fine? "Torniamo al cristianesimo" è lo slogan in voga dovunque. Non sto condannando una cosa in particolare. Tutte sono responsabili.

Parlare d'amore è una delle cose più assurde. Devono essere in due per parlare d'amore. Ma dove c'è divisione, c'è distruzione . La gentilezza necessita di due entità. Voi siete gentili con qualcuno, oppure siete gentili con voi stessi. C'è comunque una divisione là nella coscienza. Ogni cosa nata da quella divisione è un meccanismo difensivo, ed alla lunga diventa distruttivo.

Il pensiero sta provando a difendere se stesso, quello è il motivo per cui cerca la continuità. Il corpo non è interessato nel proteggere se stesso. Qualsiasi intelligenza sia necessaria per la sopravvivenza del corpo, essa è già presente.
La giungla che abbiamo creato attraverso la nostra presunta organizzazione, ha bisogno di quell'intelletto, e delle conoscenze che noi abbiamo acquisito attraverso i nostri studi e la nostra cultura.
Il corpo ha una sua esistenza parallela ed è interessato ad un tipo diverso di sopravvivenza, perché non c'è fine alla vita di questo organismo vivente. L'io è solo un'espressione della vita. Se io e voi moriamo, la vita continua ad andare avanti. Si spengono alcune luci, ma l'elettricità non finisce. Qualcosa d'altro subentra. La vita non ha interesse nell'uomo. Sfortunatamente l'uomo ha tali poteri distruttivi, che hanno avuto origine dalle sue esperienze passate.

Parlare di voler capire se stessi, di guardare se stessi, è un momento di divisione nell'uomo, nato da quell'auto consapevolezza. Questo è il fondamento sul quale si basa l'intera struttura  psicologica.

D: Ma come possiamo liberarci da questo pensiero duale?
 
U.G.: Non potete. Non è nelle vostre mani. Tutto ciò che fate aggiunge forza a quello. Volete morire? No.
 
D: Una volta ho sperimentato un tremendo momento di unità.

U.G.: C'è un disturbo nel metabolismo del corpo, prodotto dall'uso delle droghe, o attraverso la meditazione, o attraverso qualcuno dei sistemi o delle tecniche che l'uomo ha inventato, ed in conseguenza di ciò voi potete sperimentare l'unicità e l'unità della vita.

Guardate all'India, che predica l'unità, e l'unicità della vita. Ci sono grandi metafisici, filosofi là, che discutono in eterno queste cose. Ma non servono a niente nella vita pratica della gente.
 
D: La comprensione che c'è in quel dualismo, l'inizio di quella comprensione ....

U.G.: La comprensione è dualità. Se non è presente quella divisione non c'è nulla da comprendere. Lo strumento che state usando per capire le cose è il solo strumento che avete. Non ci sono altri strumenti. Voi potete parlare di intuizione, o di centinaia di altre cose. Sono tutte modificazioni del pensiero. L'intuizione è una forma di pensiero più sottile, ma è ancora pensiero.

Tutto ciò che intuite attraverso l'aiuto di quello strumento non vi aiuta a capire niente. Questo (il pensiero) non è lo strumento, e non ci sono altri strumenti.
Qual'è la necessità di capire? La vostra richiesta di comprensione è solo al fine di cambiare voi stessi. Qualsiasi cosa siate, voi volete cambiare. Volete modificare la struttura del vostro pensiero, così che possiate cominciare a pensare e sperimentare in modo differente. Ma in pratica non c'è possibilità di cambiamento in voi.

Il vostro desiderio di capire ogni cosa è solo al fine di cambiare, ma allo stesso tempo avete paura del cambiamento. Il desiderio di queste due cose contrastanti ha prodotto una situazione nevrotica nell'uomo. Questo è il conflitto che esiste dentro di voi tutto il tempo.
 
D: Se possibile noi dovremmo vedere quel conflitto.
 
U.G.: Il vedere stesso è un momento di divisione. Ci sono due entità. Sapete, gli indiani sono maestri in questo gioco -- il vedente e il visto, l'osservatore e l'osservato. Sono grandi esperti in questo tipo di  gioco. Ma cosa c'è là da vedere? Chi è che sta vedendo? Ci sono due cose? Cosa fate quando vedete? Siete ritornati ancora al pensiero.
 
Interruzione sui nastri.

U.G.: È assurdo chiedere a se stessi la domanda "Chi sono io?" Questa è diventata la base dell'insegnamento di Ramana Maharishi. "Chi sono io?" Perché fate questa domanda? Questo significa che c'è un altro io che voi volete conoscere. La domanda per me è completamente priva di senso. Il fatto che voi facciate quella domanda dimostra che ci sono due entità. Un io che indaga, ed un altro io che è indagato. La domanda "Chi sono io?" implica che c'è un secondo io di cui non conoscete la natura, e che volete conoscere. Prima di tutto cosa conoscete di voi stessi? Ditemelo.

D: Le cose che questo "io" sa.
 
U.G.: Quello che è stato detto: dove vive, qual'è il suo nome, quanto spende ogni mese, il suo numero di telefono, le persone che ha incontrato, quante esperienze ha fatto nel corso dei suoi 30 anni, tutti i libri che ha letto, e via dicendo. Questo è tutto ciò che si può dire. Egli può ripetere meccanicamente tutte le informazioni che ha raccolto e le esperienze che ha collezionate. E questo è tutto ciò che c'è là. Perché non siete soddisfatti di ciò, e cercate qualche altra cosa? Potete dirmi qualche cosa di voi stessi oltre le informazioni che avete acquisito?
 
D: Quello che ho scoperto è che non ci sono risposte. Se ci fossero, le domande dovrebbero finire.
 
U.G.: Cosa hai scoperto?

D: Solo nozioni, solo conoscenza.
 
U.G.: Quella domanda, quella domanda idiota, è nata dalla conoscenza che avete già. È la conoscenza che è in voi che vi fa chiedere la domanda "Chi sono io?"
Voi volete sapere, ed attraverso questo la conoscenza, che avete già, si rafforza. State ingigantendo la vostra conoscenza. Se ci fosse realmente qualche cosa da conoscere, ciò metterebbe fine a tutto ciò che sapete. Attraverso la domanda e la ricerca delle vostre risposte state solo accrescendo la vostra conoscenza.

Non percepite l'assurdità della domanda "Chi sono io?" Non considerate chi vi ha consigliato quella domanda, chi ve l'ha suggerita. Non c'è nulla lì da conoscere. Quello che c'è, è l'insieme delle vostre esperienze. Se questo insieme non è presente, non c'è necessità per voi di conoscere nulla.
 
D: Ma "Chi sono io?" non è realmente una domanda. È un indicatore.
 
U.G.:  Si. Cosa ti indica l'indicatore? Va bene, se è un indicatore, tu cosa fai? Stai lì ed invece di muoverti nella direzione indicata resti fermo e ti succhi il dito che indica. Cosa fai con quell'indicatore?

D: La domanda indica che non c'è nulla da indicare. Ti porta dove le parole non hanno più senso.
 
U.G.:  D'accordo, la domanda stessa è una domanda senza senso.

D: Si. Ma è il solo modo che abbiamo di usare la domanda.

U.G.: Va bene anche se la usi come indicatore, la direzione è sbagliata.
 
D: Non è neanche giusto chiamarlo un indicatore.
 
U.G.: Va bene, cos' è allora?
 
D: Esso ti mostra che sei. Ti mostra quell' "io sono". "Io sono" è  la base di tutto.
 
U.G.: Ciò che sono è la conoscenza che io ho di me stesso.
 
D: Quell' "io sono" è ciò che sono.
 
U.G.: Cosa significa "ciò che sono?"
 
D: Non significa nulla ?
 
U.G.:  Si, nulla.
 
D: "Io sono" non è conoscenza!
 
U.G.: Non c'è niente lì, non c'è un' esistenza indipendente dalla domanda.
 
D: Così è la fine della conoscenza.
 
U.G.: La domanda dovrebbe finire. Perché la domanda stessa è nata dalla riposta. Altrimenti non c'è posto per nessuna domanda di nessun tipo. Tutte le domande sono nate dalle risposte che avete già. È idiota chiedere qualche cosa di cui sapete già la risposta. Perché non ci possono essere domande, se non esistono le risposte. Quella domanda implica che c'è qualche cosa circa quell'io che non sai e vuoi conoscere, -- qualche cosa oltre l'io che è già lì.  Implica che c'è un' altro "io".
 
D: Su un certo livello è vero. Si può anche dire che se fai una domanda, conosci la risposta.
 
U.G.: Questo è giusto. Non ci sono domande. Non ci possono essere domande senza la conoscenza. Tutte le domande nascono dalle risposte che avete già. Questa è la ragione del perché una domanda di quel tipo, sia che voi la poniate a voi stessi o a qualcun'altro, non ha bisogno di risposte. La risposta ad una domanda è la fine della domanda.
La fine della domanda indica la fine delle risposte che voi avete già . Non solo le vostre risposte, ma anche le risposte che sono state accumulate per secoli devono andarsene. La richiesta di ottenere una risposta per una data domanda, ad ogni livello -- c'è solo un livello non ci sono altri livelli,-- implica che colui che fa la domanda, non vuole che la conoscenza finisca.
 
D: Questo è vero. Ma naturalmente nel processo di questo ...
 
U.G.: Deve succedere ora, non alla fine di un processo, perché il tempo non esiste. Lo strumento che voi usate, che è il flusso della conoscenza, non vuole finire. Questo è il perché pone la domanda a se stesso sapendo molto bene che la domanda esisterà assieme alla risposta.

Questa conoscenza, che è lo strumento che voi state usando, non conosce e non può concepire la possibilità che qualche cosa succeda fuori dal campo del tempo, perché essa è nata nel tempo, e funziona nel tempo. Sebbene progetti uno stato di assenza di tempo, non vuole accettare il fatto che possano accadere cose fuori dal campo temporale.
La domanda implica che c'è la richiesta di una risposta, e quella risposta può solo essere nel tempo. Ed è nel tempo che questa conoscenza trova le sue possibilità di sopravvivenza.
 
D: È vero ciò che dici. Comunque la domanda "Chi sono io?" non  appartiene al tempo.
 
U.G.: Si ma ogni cosa che è nata nel tempo ........
 
D: È solo uno stratagemma. Sono d'accordo con te.

U.G.: È vero. Ogni cosa nata nel tempo, è tempo. La domanda stessa è tempo.
 
D: La domanda non è nata nel tempo.

U.G.: Da dove viene allora?
 
D: Nasce dall' "io sono."
 
U.G.:  Quell'assunto stesso è tempo -- quell'"io sono".
 
D: "Io sono" è un assunto?

U.G.: Naturalmente è un assunto -- c'è qualche altra cosa là oltre questa conoscenza. Quello che c'è là, è solo conoscenza.
 
D: Quando dici, che le domande nascono dalle risposte che ci sono già con "risposte che esistono già" intendi qualche cosa come la  definizione psicologica della "mente"?
 
U.G.: Non so ... Per me non esiste la mente per nulla. La mente è la totalità -- non che stia dando una descrizione peculiare della mente --, la totalità delle vostre esperienze, e la totalità dei vostri pensieri. Come stavo dicendo ieri, non ci sono pensieri che potete rivendicare come vostri. Non ci sono esperienze che potete indicare come vostre. Senza la conoscenza voi non potete avere esperienze. Ogni volta che sperimentate qualche cosa, attraverso queste esperienze la conoscenza cresce ed è fortificata. È un circolo vizioso. Va avanti all'infinito. La conoscenza vi dà esperienze, e le esperienze  fortificano la conoscenza che avete.

Le vostre domande sono frivole, perché ogni domanda è nata dalla conoscenza. Se c'è una risposta alla domanda, non è necessariamente la vostra risposta. Tutte le risposte sono le risposte che sono state accumulate attraverso i secoli. C'è la totalità della conoscenza che è stata accumulata. L'accumulo di conoscenza, l'accumulo di esperienze, sono tutti là presenti. Voi li state usando per comunicare con voi stessi e per comunicare con gli altri.
 
Non esiste una cosa come la mia mente o la vostra mente. Ma c'è una mente che è la totalità di tutti i pensieri e le esperienze di tutti gli esseri umani che sono esistiti fino a questo momento.

Se vi viene fornita una risposta ad una domanda, questa risposta dovrebbe mettere fine alla domanda stessa. Il fatto è che le risposte datevi dagli altri, quelle che vi siete fabbricati da voi, e le risposte date da quegli uomini saggi che ci sono in questa sorta di mercato dello spirito oggi, o che sono esistiti nel passato, non sono realmente le risposte.
Ogni risposta che vi do non è la vera risposta, perché la risposta dovrebbe porre fine alla domanda. Se la domanda è frantumata, anche tutta la conoscenza che è responsabile per la domanda deve andarsene.
Chi fa la domanda non ha reale interesse in nessuna risposta, perché la risposta farebbe esplodere tutto quanto, non solo le poche cose che avete conosciuto in questi 30 o 40 anni, ma tutto quello che è stato accumulato fino ad oggi, ogni cosa che ogni uomo ha pensato e sentito e sperimentato fino a questo punto dove la domanda finisce. La risposta, se c'è una risposta, spazzerebbe via ogni cosa.
 
D: Stavo pensando alla disperazione che mi coglie quando sto per raggiungere quello stato di vuoto.
 
U.G.: Si, ma assumiamo per un momento che c'è disperazione (tu dici che c'è una grande disperazione), hai fatto qualche cosa per liberarti dalla disperazione? La chiami disperazione allo stesso modo in cui usi le parole, vacuità e vuoto. Ma non c'è disperazione lì.

I filosofi esistenzialisti hanno costruito un struttura filosofica tremenda che loro chiamano disperazione, le persone religiose la chiamano disperazione divina -- sono tutte frasi senza senso.

Non siete mai venuti realmente in contatto con quella che chiamate disperazio ne, perché in voi c'è solo il tentativo di volervi liberare, in qualche modo, da quella cosa che chiamate "disperazione". Voi non lasciate che quella disperazione agisca. Quella sarebbe "l'azione" della quale io sto parlando, ma mentre parlo è ancora la vostra conoscenza che interpreta ciò che dico.
Dov'è la disperazione? Non è nella sfera del vostro pensiero. Dovrebbe essere qui nell'ambito del vostro corpo. Dov'è quella disperazio ne di cui parlate? Se cercate di scappare, fuggire dalla disperazione, significa che non c'è realmente disperazione lì in voi.

La sola cosa che vi interessa è essere liberi dalla disperazione. Perché voi pensate che non vi stia soffocando, non vi stia strozzando. La disperazione dovrebbe distruggere il vostro tentativo di liberarvi. Voi non lasciate nessuna possibilità alla disperazione di agire. Vi interessa solo trovare una soluzione, una via di uscita da questo vicolo cieco.
Questo è tutto ciò che c'è lì. Gli date un nome e la chiamate disperazione. Voi non siete disperati. Voi non agite come una persona disperata, parlate solo di queste cose: disperazione, vuoto, vacuità. Non è realmente vuoto. Se ci fosse il vuoto quello sarebbe l'azione della vita.

Ora voi mi chiederete "Cos'è la vita?" Se definisco la vita siamo persi. Quello che intendo con vita è ciò che rende possibile al vostro essere rispondere, non reagire, ma rispondere  agli stimoli attorno a voi. Se non c'è la vita, voi diventate cadaveri.
Un corpo morto va avanti a rispondere, ma in modo diverso. Questo è il perché voi la chiamate vita. La vita non è altro che il pulsare, il palpitare, il respirare della vita. Questa è anche una definizione. C'è un pulsare, un respirare, un palpitare della vita. Sta palpitando ovunque, dappertutto, ogni cellula nel vostro corpo sta palpitando. Questo è ciò che è la vita. Ma noi non stiamo parlando di quella vita, perché nessuno può dire niente circa essa, eccetto tentare di dare una definizione. Potete chiamarla forza della vita, questo, quello e quell'altro, ma vivere implica tutti gli altri problemi che la così detta vita crea.
 
Così nasce una domanda "Come?" Come vivere? Questo è realmente il problema. Il problema di tutti i problemi, è come vivere. Per secoli ci hanno fatto il lavaggio del cervello per farci credere "Questo è il modo in cui si deve vivere". Se non siete soddisfatti trovate un altro modo e dite "Quello è il modo di vivere". E così andate avanti all'infinito. Tutto ciò è un nonsenso perché non vi ha dato la pace.
C'è una battaglia costante dentro di voi, una guerra. Questa guerra è responsabile per la mancanza di pace nel mondo. Anche assumendo per un momento che la guerra dentro di voi finisca, e che voi siate in pace con voi stessi, le cose non cambierebbero, perché vedete, un uomo che è in pace con se stesso diventa una minaccia per chi gli sta vicino. C'è il pericolo che egli vi liquidi.

La domanda principale è: potete fare finire questa guerra dentro di voi? c'è qualche modo? Tutte le soluzioni che avete sono loro stesse responsabili per questa battaglia -- che trae origine dalla domanda "Come vivere?" Quel "come" deve andarsene. Ora voi mi chiederete "Come può andarsene quella domanda" "Puoi aiutarci?"

Prima di tutto voi non siete convinti di ciò che sto dicendo. Non siete ancora arrivati al giusto grado di disperazione. Solo a quel punto potrete trattare con la disperazione. Finché voi cercherete la libertà dalla disperazione, non vi sarà possibile affrontarla.

Ci possono essere centinaia di soluzioni, ma non potete provarle tutte. Ovviamente tutto ciò che avete provato è stato un fallimento, così dite che siete disperati. Quella disperazione agirà.

Qual'è l'azione? Quell'azione non sarà mai all'interno della struttura del vostro pensiero. Ogni azione che è all'interno di quella struttura, o che è prodotta dal vostro pensiero, aumenter&agrav e; inevitabilmente la disperazione. Forse vi potrà dare qualche sollievo temporaneo, ma voi vorrete sempre di più. Questo fa andare avanti le cose, e nutre la speranza.

La speranza è qui, e voi dite: la situazione è senza speranza. La situazione non è senza speranza. La speranza è qui ora, perché la disperazione è là.
Voi sperate di risolvere il problema, di gestirlo, di trattarlo, volete trovare se esiste un modo per liberarvi dalla disperazione. Invece di lasciarla agire, voi state provando a fuggire da quella disperazione, state cercando se c'è qualche possibilità di liberarvi da essa.

Questo si applica a tutte le situazioni nella vita. Sia che siate bloccati nelle vostre frustrazioni, cosa che voi chiamate disperazione, o altro. Cosa volete fare in questa situazione? Dovete trovare una soluzione da voi stessi. Se io vi suggerissi un altra  soluzione sarebbe come le centinaia di soluzioni che avete già. Voi aggiungereste il mio suggerimen to alla vostra lista di soluzioni. Questo non vi aiuterebbe a risolvere il problema. Lo renderebbe solo più difficile. Così avreste una soluzione in più. Se c'è una soluzione, quella deve venire da colui che sta provando a liberarsi, e non da un agente esterno. Quell'azione è qualche cosa di straordinario.

Se riuscite a risolvere il problema della disperazione, tutti gli altri problemi saranno risolti, perché ogni problema è una variante degli altri. Voi non volete risolvere i problemi. Vi interessano maggiormente le soluzioni.
Io continuo a ripeter le stesse cose, più volte, in modi diversi. (Il mio vocabolario è limitato così devo usare le stesse parole. Voi potete aumentare il vostro vocabolario e trovare nuove frasi, ma non serve a nulla).

Lo strumento che state usando, cioè il pensiero, non può accettare il fatto che questi problemi possano essere risolti qui e ora, in quanto ha avuto bisogno di così tanto tempo per costruire ciò che siete. Voi state vivendo in un mondo costruito con le vostre esperienze e ci sono voluti così tanti anni per voi per essere come che siete.
Questo (il pensiero) è il solo strumento che avete. Non ne avete altri per trattare questi problemi. E il pensiero non può concepire la possibilità di trovare una soluzione che agisca qui e ora. E' sempre interessato a spingere la soluzione sempre più lontano nel tempo. C'è sempre un domani.

Ci vuole sempre tempo. Siccome il vostro pensiero funziona solo nell'ambito del tempo, non può concepire la possibilità che esista qualche altra forma di azione fuori dal tempo. Non sto parlano in termini metafisici.

La soluzione se c'è, deve essere qui ed ora. Se siete affamati, la fame deve essere soddisfatta. Se non potete soddisfarla, vi brucerà. Questa è una situazione spaventosa per voi, così vi accontentate delle briciole rappresentate dalle soluzioni che la gente vi dà. Mentre siete in attesa di qualcuno che vi dia una montagna di pane, o qualcuno che con un miracolo moltiplichi il pane.

Ma ciò non succederà. Non c'è una fame reale lì. In realtà non volete risolvere questi problemi perché vi trovereste senza problemi.
Il tentativo di risolvere i vostri problemi è poi ciò che vi da forza ed energia. Quando, finalmente, avete raggiunto il vostro obbiettivo, quello che vi rimane è la frustrazione.

Anche nell'atto sessuale, che costituisce un momento così importante nella vita di ogni individuo, è la preparazione, la tensione che prepara l'atto, ciò che vi attrae. Quando la tensione è al massimo, il corpo richiede un rilascio della tensione, e questo rilascio voi lo chiamate piacere. Il corpo chiede che sia rilasciata questa tensione che avete creato. Questo rilascio voi lo chiamate orgasmo, o comunque vogliate chiamarlo. Così c'è un tremendo sollievo. Cosa rimane dopo questo? Un vuoto. Tutte le azioni funzionano allo stesso modo. Voi accrescete la tensione e questa tensione richiede una  distensione.

E' la richiesta per l'estensione di quell'agonia che voi chiamate piacere. Non è un piacere, ma è il rilascio della tensione.

Voi lavorate duramente per raggiungere i vostri obbiettivi; e dopo che li avete raggiunti siete esausti, siete sfiniti, il fascino è finito per voi. Lavorare per qualche cosa, costruire tutte queste tensioni -- questo è tutto ciò che vi interessa. Quando avete raggiunto l'obbiettivo, quello non vi interessa più. Così iniziate con qualche cosa d'altro.

Voi non volete realmente essere senza problemi. Siete voi stessi il  problema. Se non avete problemi, li create. La fine dei problemi, è la fine di voi. Così questi problemi resteranno per sempre. Se il problema finisce, anche voi finite con esso. Settanta, ottanta, novanta, cento anni -- dipende da quanto lunga sarà la vostra vita -- e per tutto il tempo la speranza vi accompagnerà.
Non è un punto di vista pessimistico, è un punto di vista realistico. Non vi sto dando soluzioni. Vi prego, guardate ai vostri problemi, se potete. Non potete separare voi stessi dal problema. Il problema è creato dal suo opposto.

Perché vi sentite scontenti prima di tutto? perché sentite questo malcontento? È a causa della meta che vi siete preposti. È quello che crea il suo opposto. Potete capirlo da voi stessi, non devo essere io a dirvelo. State sempre pensando: "Devo essere come quello, devo essere in questo modo o in quell'altro e non lo sono". E quel pensiero ha creato il suo opposto. Se uno va, anche l'altro scompare.
Un uomo che abbia raggiunto questo stato, non può essere un'uomo di successo, non può neanche essere un uomo sensibile, non sensibile nel senso che la cultura dà al termine. È un tipo diverso di sensibilità.

Più inseguite questi ideali che la società o la cultura hanno posto davanti a voi, più resterete esattamente l'opposto. E voi sperate che un giorno, attraverso qualche miracolo, o attraverso l'aiuto di qualcuno, qualche Dio, qualche guru, voi riuscirete a risolvere il problema. -- Non c'è speranza.

Non posso creare la bramosia in voi! Come posso farlo? Se voi aveste questa bramosia, vi guardereste attorno e scoprireste che tutto ciò che vi è offerto non vi soddisfa. Se siete soddisfatti con le briciole, va bene. Questo è ciò che i guru stanno facendo, vi  tirano qualche briciola, come fa la gente con i cani al guinzaglio.
 
Gli esseri umani sono come gli animali, non sono diversi. Se accettiamo questo, avremo maggiori possibilità di agire come esseri  umani.
 
D: Quando diventa possibile per l'uomo agire come un essere umano?
 
U.G.:  Quando l'uomo cessa di inseguire l'ideale di perfezione.

 


 

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